
La strategia dell’Agenzia delle Entrate: dalla compliance ai controlli in presenza (www.metanews.it)
Nel primo semestre del 2025 si è registrato un notevole aumento degli accessi brevi effettuati dall’Agenzia delle Entrate.
La novità più significativa riguarda la crescita degli accessi in sede brevi, pensati per favorire una regolarizzazione preventiva da parte dei contribuenti prima dell’avvio degli accertamenti formali. La filosofia sottostante, come spiegato dal Direttore Carbone, è quella di instaurare un dialogo preventivo con il contribuente, consentendo così di correggere tempestivamente eventuali irregolarità e ridurre il contenzioso, definito dallo stesso come “una sconfitta per tutti”.
Questa strategia si basa su un mix calibrato di attività di controllo classiche, come gli accertamenti ordinari, e strumenti più innovativi, quali le lettere di compliance e le verifiche documentali basate sulle analisi dei dati trasmessi dalle dichiarazioni fiscali. Le lettere di compliance, in particolare, hanno dimostrato negli ultimi anni la loro efficacia: nel 2024 hanno generato entrate per lo Stato pari a 4,5 miliardi di euro, rappresentando un valido incentivo per i contribuenti a regolarizzarsi spontaneamente.
I numeri dei controlli e la centralità della compliance nel contrasto all’evasione
Secondo quanto riportato dal Direttore Carbone, nel 2025 si sono svolte oltre 22.000 attività di verifica in presenza di breve durata, un dato che evidenzia una crescita di quasi quattro volte rispetto ai 5.500 accessi brevi registrati nel primo semestre del 2024. Queste attività, basate sull’analisi preventiva delle informazioni dichiarate, permettono di individuare tempestivamente le anomalie e di avviare un percorso di regolarizzazione senza dover ricorrere direttamente agli accertamenti formali.
Nel complesso, l’Agenzia ha generato circa 6,5 milioni di comunicazioni di irregolarità sulle dichiarazioni dei redditi, segno di un’attività di controllo intensa e capillare che non si limita alle fasi successive all’accertamento, ma si estende a un monitoraggio continuo e preventivo.
Carbone ha inoltre sottolineato che, contrariamente ad alcune interpretazioni critiche, i controlli fiscali non sono in calo. Infatti, molte delle attività di verifica non rientrano nelle statistiche tradizionali perché si svolgono in una fase antecedente agli accertamenti ufficiali, ma svolgono un ruolo cruciale nel prevenire l’evasione e nel facilitare la compliance.

Il modello delineato da Carbone rappresenta un cambio di paradigma nell’approccio del Fisco italiano, che mira a essere un interlocutore più collaborativo e meno conflittuale. L’adozione di strumenti come le lettere di compliance e gli accessi brevi in presenza testimonia la volontà dell’Amministrazione finanziaria di favorire l’adempimento spontaneo, offrendo ai contribuenti la possibilità di regolarizzare la propria posizione in tempi rapidi e con modalità meno invasive.
Resta comunque saldo l’impegno nei confronti dei controlli tradizionali, che continuano a essere fondamentali per il contrasto all’evasione più strutturata e complessa. La strategia dell’Agenzia delle Entrate si configura così come un equilibrio tra azioni preventive e verifiche approfondite, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia complessiva del sistema fiscale e di ridurre il contenzioso con un approccio più moderno e orientato alla collaborazione.
Questa nuova impostazione rappresenta un passaggio significativo nel modo in cui il Fisco italiano gestisce i rapporti con i contribuenti, confermando l’importanza di un sistema di controllo fiscale che sia al tempo stesso rigoroso e flessibile, capace di adattarsi alle esigenze di un’economia sempre più complessa e dinamica.