
Storico colosso delle sigarette chiude
Dopo mesi di trattative, incertezze e amare battaglie sindacali, si consuma l’epilogo di una storia industriale lunga decenni.
La storica fabbrica di sigarette, chiude definitivamente i battenti nel suo ultimo avamposto produttivo, l’annuncio arriva come un fulmine a ciel sereno per i tanti dipendenti che ora dovranno lasciare il posto di lavoro.
Un’amara realtà: chiude il colosso, traballa l’Europa
Entro la fine di luglio 2025, secondo quanto comunicato dall’azienda, verranno spenti per sempre i motori, le linee di produzione e i macchinari che per oltre mezzo secolo hanno rappresentato il cuore pulsante di uno dei più significativi centri del tabacco in Europa, ovvero la “f6” di Dresda, appartenente al colosso internazionale del tabacco Philip Morris. A comunicarlo è la stessa azienda al quotidiano Bild.
Quello di Dresda non era un semplice impianto produttivo: era l’ultimo baluardo tedesco dell’industria Philip Morris, nonché uno dei simboli della tradizione manifatturiera sassone.
Il silenzio che calerà sulle linee di produzione della fabbrica “f6” rappresenta un momento spartiacque: con la fine di questa attività, Dresda perde l’ultimo legame operativo con una tradizione tabacchiera che affonda le sue radici nei primi decenni del Novecento, quando oltre 140 fabbriche animavano la città e offrivano lavoro a migliaia di persone.

Le motivazioni della chiusura e il futuro dei lavoratori
Philip Morris, padre fondatore, ha motivato la chiusura degli stabilimenti tedeschi con il calo costante del consumo di sigarette in Europa. Il numero di fumatori è in discesa da anni, e le proiezioni indicano un’ulteriore contrazione nei prossimi decenni. In questo scenario, l’azienda ha scelto di riorganizzare la propria rete produttiva, spostando la manifattura in Paesi con costi operativi più contenuti, lasciando così la Germania fuori dal ciclo industriale del tabacco.
A pagare il prezzo più alto di questa ristrutturazione saranno, ancora una volta, i lavoratori. A Dresda sono 274 le persone coinvolte dalla chiusura dello stabilimento. Secondo quanto riferisce la Sächsische Zeitung, solo una piccola parte del personale sarà trasferita a Berlino, dove proseguiranno alcune attività residuali, come la stampa dei francobolli fiscali per il mercato tedesco. Per la grande maggioranza degli addetti, però, si profila la perdita definitiva del posto di lavoro, con tutte le incertezze economiche e sociali che ciò comporta.