Pace fiscale: l’ultima opportunità da non sprecare

L’ultimo DF approvato dal Consiglio dei ministri stabilisce tre nuovi interventi per non perdere i benefici della pace fiscale.

Pace fiscale

Le occasioni per rimettersi in regola sono quasi esaurite. Mediante il DF approvato dal Consiglio dei ministri in data 15 ottobre 2021, arriva un mini ripescaggio per i contribuenti decaduti dalla pace fiscale, i quali avranno l’opportunità di saldare gli omessi pagamenti entro il prossimo 30 novembre, un’estensione da 60 a 150 giorni dei termini per saldare le cartelle esattoriali o notificate dal 1° settembre fino alla fine dell’anno. Si allunga a 18 il numero di rate che conducono alla decadenza dai piani di dilazione o da dilazionare fino al 31 dicembre 2021. Trovano quindi conferma le indicazioni circolate in merito.

In aggiunta ai tre interventi delineati è, inoltre, sancito pure un salvacondotto per l’operato dell’AdE. I provvedimenti e gli atti adottati dal 1° ottobre fino alla data di pubblicazione del decreto indicato, come ipoteche, fermi amministrativi e pignoramenti, rimangono validi e vengono confermati gli effetti ed i rapporti giuridici sorti di conseguenza.

Pace fiscale: la maxi decadenza corrisponde all’intervallo di emergenza Covid-19

La maxi decadenza corrisponde ad una sospensione per l’intero periodo di emergenza epidemiologica. L’ennesima proroga, da 10 a 18 rate insolute (anche non consecutive) necessarie per perdere il diritto di beneficiare del piano di dilazione stabilito, sostanzialmente equivale ad una vera e propria sospensione dei pagamenti stessi per l’intera fase pandemica. Lo stop dai saldi delle cartelle esattoriali dilazionate partiva dallo scorso 8 marzo (21 febbraio per le zone rosse) ed è giunto al termine il 31 agosto 2021. Dati alla mano, una finestra temporale lungo esattamente 18 mesi, esattamente il numero delle rate insolute che ne comportano la decadenza.

Insomma, i contributi non avranno l’onere di corrispondere per intero l’arretrato di un anno e mezzo in un’unica tranche, bensì avranno modo di pagare la rata di ottobre, oltre a quella scaduta a settembre, per non vedersi negato il diritto al godimento della pace fiscale. Inoltre, tornano automaticamente in bonis pure i soggetti che, lo scorso 30 settembre, non erano riusciti a pagare (in toto o in parte) le rate arretrate, decadendo dai piani pattuiti.

La deadline aumenta da 60 a 150 giorni

Come indicato all’art. 2 del decreto, il termine passa dagli ordinari 60 a 150 giorni per risanare la rispettiva posizione nei confronti del Fisco. L’azione non sembrerebbe però sortire effetti sul termine di impugnazione degli atti, i quali dovrebbe rimanere ancorati ai 60 giorni dalla notifica dell’atto.

L’articolo 1 del decreto consiste in una sorta di mini ripescaggio dei cittadini che, per restrizioni economiche o semplice dimenticanza, non ce l’hanno fatta a corrispondere i pagamenti delle rate 2020 di rottamazione ter e saldo e stralcio nei termini stabiliti. Tali soggetti avranno la possibilità di provvedervi entro il prossimo 30 novembre senza perdere i benefici delle sanatorie.

Di fatto la legge concede 30 giorni in più pure per il saldo della rata della rottamazione ter in scadenza il prossimo 31 ottobre (8 novembre con il lieve ritardo), versabile entro il 30 novembre. La proroga è mini poiché estremamente ravvicinata alla probabile pubblicazione del decreto e in quanto cade nel medesimo giorno in cui i contribuenti avranno l’onere di regolarizzare e versare pure tutte le rate della pace fiscale in scadenza quest’anno.

Segui MetaNews su Google News e sii il primo a conoscere tutte le Notizie dal mondo.