
Ti fermano per uso del cellulare alla guida? L’unico modo per difenderti costa tempo e soldi: ecco perché - metanews.it
Contro una multa per uso cellulare alla guida non basta dire “non è vero”: per dimostrarlo serve una querela di falso: che cos’è e non è per tutti.
Quando si viene fermati per uso del cellulare alla guida, spesso si cade dalle nuvole. Magari avevi solo una mano al volto o stavi sistemando la cintura, ma per l’agente eri al telefono. E a quel punto arriva la multa. Difendersi non è semplice, anzi, secondo la legge italiana, ciò che scrive un pubblico ufficiale ha un peso speciale. E se vuoi dimostrare che si è sbagliato, l’unica via è una procedura legale ben precisa.
Quando un agente ti sanziona perché ti ha visto usare il cellulare mentre guidavi, il verbale che redige non è un semplice pezzo di carta. È un atto pubblico e per legge ha un valore probatorio molto alto. In pratica, la sua parola vale più della tua. Questo principio è noto come “fede privilegiata”. E no, non basta presentarsi dal giudice e dire “non è vero”. Se l’agente ha scritto che ti ha visto, l’unico modo per smentirlo è la cosiddetta querela di falso. Ovvero un’azione legale che serve proprio a contestare atti pubblici quando si ritiene che siano falsi, errati o manipolati.
Uso del cellulare alla guida, non è vero? Ecco che cos’è la querela di falso
La querela di falso è una procedura prevista dal codice civile da iniziare davanti al Tribunale ordinario. Non è un semplice ricorso al Giudice di Pace, ma una causa vera e propria, con tanto di prove, testimonianze e spesso consulenze tecniche. E come tutte le cause è costosa: servono avvocati, tempo e tanta pazienza.

Può essere presentato quando vuoi dimostrare che l’agente ha sbagliato nel constatare direttamente i fatti. Ad esempio, se ha scritto che eri al cellulare e tu invece stavi grattandoti la testa. In quel caso, per smontare la sua versione servono video, testimonianze o altre prove concrete.
La querela di falso non è sempre necessaria. Ci sono casi in cui puoi evitare questa trafila legale e usare un ricorso più semplice come quello al Giudice di Pace o al Prefetto. Succede quando nel verbale ci sono errori evidenti: una data impossibile, tipo il 30 febbraio, un numero di targa sbagliata o un agente che non era nemmeno autorizzato a verbalizzare. In questi casi, la “fede privilegiata” non regge e puoi far valere le tue ragioni in modo più diretto.
Insomma se vieni multato per uso del cellulare alla guida e l’agente dice di averti visto, la legge sta dalla sua parte. Contestare è possibile, ma solo tramite querela di falso, una strada legale lunga, costosa e non alla portata di tutti. Morale? O hai una prova concreta in tasca come un video della dashcam, oppure preparati ad aprire il portafoglio o peggio a pagare la multa.