Isee corrente: ora si richiede anche per variazione patrimoniale

L’ISEE corrente può essere richiesto per variazione della situazione lavorativa, reddituale ma ora anche patrimoniale del nucleo familiare.

Isee corrente

L’Isee corrente è uno strumento utilissimo per i contribuenti che non vogliono presentare una dichiarazione che restituisca una fotografia della situazione reddituale e patrimoniale di 2 anni prima. In due anni,  infatti, sono molte le cose che possono cambiare e non sempre l’ISEE ordinario riesce ad essere una dichiarazione equa.

Come è, ormai, noto l’ISEE 2021 si basa sui redditi e sui patrimoni del nucleo familiare riferiti al 2019. Ma in questo lasso di tempo di 24 mesi si può perdere il lavoro, si può terminare di fruire dell’indennità di disoccupazione, si possono finire i risparmi. Proprio per questo motivo l’ISEE corrente restituisce una istantanea più recente.

Fino a qualche mese fa poteva presentare l’Isee corrente solo il nucleo familiare che avesse subito una variazione delle condizioni lavorative di uno dei suoi componenti o nel caso il reddito familiare avesse subito differenze superiore ad una determinata percentuale.

Con la pubblicazione del decreto del Ministero del Lavoro dello scorso 5 luglio 2021, è possibile presentare ISEE corrente anche qualora a variare sia il patrimonio del nucleo familiare.

Con la pubblicazione del DD 314 del 7 settembre 2021, poi, vengono fornite anche le istruzioni per attuazione della novella e per la corretta compilazione del modello ISEE corrente.

E’ necessario che la situazione patrimoniale del nucleo differisca più del 20% rispetto a quella contenuta nell’Isee ordinario in corso di validità.

ISEE corrente: tutti i casi in cui può essere presentato

L’ISEE corrente, quindi, può essere presentato in diversi casi. Vediamo quali sono:

  • quando interviene la risoluzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato o una riduzione delle ore di lavoro
  • qualora uno dei componenti del nucleo familiare subisce la sospensione di un trattamento previdenziale, assistenziale o indennitario (ad esempio termine della Naspi)
  • quando il lavoratore a tempo determinato non occupato alla presentazione della DSU  possa dimostrare di aver lavorato per almeno 120 giorni nei 12 mesi precedenti
  • quando il lavoratore autonomo con attività cessata che ha svolto la medesima attività in via continuativa per almeno 12 mesi
  • Se la situazione reddituale complessiva del nucleo familiare subisce una variazione superiore al 25% rispetto a quella individuata nell’Isee ordinario in corso di validità
  • Quando la situazione patrimoniale del nucleo familiare subisce una variazione superiore al 20% rispetto a quella individuata nell’Isee ordinario in corso di validità.
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