Mutui Under 36, dalle garanzie statali ai tassi: ecco come funziona

Dalle garanzie statali ai tassi, ecco cosa stabilisce il provvedimento per i mutui Under 36, contenuto nel decreto Sostegni bis.

Mutui under 36

Il decreto Sostegni bis (dl 73/2021, convertito nella legge 106/2021) prevede fino alla metà del 2022, salvo proroghe, due nuovi provvedimenti per tutti gli Under 36. Questo il limite anagrafico, sancito dal Governo, in un più generale pacchetto di aiuti destinato alle attività entrate in crisi nel corso dell’emergenza Covid. Il primo intervento concerne l’eliminazione delle imposte per l’acquisto della prima casa; il secondo una garanzia statale che permetta di aprire mutui Under 36 per una somma fino a 250 mila euro che copra anche il 100 per cento del prezzo dell’immobile.

Mutui Under 36: interviene la garanzia dello Stato

In tal caso, dunque, non sarà più necessario corrispondere un anticipo di almeno il 20 per cento, in quanto interverrà la garanzia dello Stato. Entrambe le soluzioni sono concepite al fine di ovviare alla scarsità di contanti. Come era facile desumere, le novità in programma hanno immediatamente scaturito un forte interesse tra i giovani, con le domande per i mutui che hanno subito un netto incremento.

Le iniziative prese dalle istituzioni stabiliscono l’esenzione da imposte per l’acquisto della prima casa non di lusso se si compra da privati e la possibilità di trasformare, se si compra da impresa, l’Iva in credito fiscale. Ma la parte consistente della manovra concerne i mutui. Difatti, il maggiore ostacolo per l’acquisto di una casa consiste spesso nell’impossibilità o quasi di ottenere il mutuo, qualora manchino le risorse per versare un anticipo sostanzioso al venditore.

La funzione del legislatore

In tale circostanza il legislatore svolge un ruolo fondamentale: per i contribuenti e le abitazioni che rispondono ai requisiti non solo ci sarà modo di godere di un’ulteriore esenzione fiscale, quella dell’imposta sostitutiva (0,25 per cento della somma mutuata), ma pure avvalersi di una versione rafforzata del Fondo di garanzia mutui prima casa gestito da Consap (la concessionaria pubblica dei servizi assicurativi) purché il finanziamento domandato ammonti a una cifra compresa tra l’80 e il 100 per cento del valore dell’immobile dato in garanzia. Qualora il mutuatario si renda inadempiente, il fondo si fa garante dell’80 per cento del debito residuo.

Le autorità governative hanno pensato di favorire tali particolari mutui per via di una questione tecnica, appena rimarcati: i finanziamenti che superano l’80 per cento del valore dell’immobile non possono essere concessi in assenza di una garanzia supplementare e si rivelano parecchio onerosi poiché, di solito, il mutuatario è obbligato a sottoscrivere una polizza. Con il subentro di Consap, il fondo pubblico che fornisce la garanzia, all’assicurazione si sostituisce lo Stato e la banca è nella posizione di erogare finanziamenti a condizioni migliori.

Mutui Under 36: il fattore decisivo

Il fattore decisivo consisterà nel numero di mutui che diventeranno davvero effettivi. Nel momento in cui, infatti, la domanda di agevolazione passa dalla banca alla Consap, non è detto che il mutuo venga riconosciuto: per quanto agevolato, non sarà mai concesso da 500 euro se il richiedente percepisce un reddito di mille euro al mese.

Dalle elaborazione condotte dall’Abi sugli ultimi dati disponibili divulgati da Consap, da gennaio 2015 a febbraio 2020, il Fondo ha ammesso oltre 172 mila richieste di finanziamento, per un controvalore superiore a 19 miliardi di euro, di cui 14,8 miliardi già interamente corrisposti. Sul totale delle operazioni avallate, appena il 59,3 per cento ha riguardato giovani tra i 20 e i 35 anni.

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