Il canone Rai è un tributo che deve pagare chiunque abbia almeno un apparecchio televisivo, indipendentemente dall’effettivo utilizzo o meno. Inserito nella bolletta della luce da qualche anno, si tratta di un’imposta sul mero possesso a carico di chi detiene uno o più televisori adattabili alla ricezione delle trasmissioni tivù. Non contano né il concreto ricorso né la scelta delle emittenti. La somma da destinare costituisce la principale forma di finanziamento del servizio nella larga prevalenza dei Paesi europei.
Un nodo da sciogliere riguarda la doppia utenza elettrica residenziale con identico intestatario. In tal caso quali sono gli accorgimenti da attuare per evitare il doppio addebito in fattura del canone Rai? Nei paragrafi a seguire esamineremo la situazione in maniera approfondita.
Canone Rai: dal 2016 vale la presunzione
Il saldo del canone Rai, lo rimarchiamo a scanso di equivoci, è una prestazione obbligatoria per il possesso della tivù in casa. Dal 2016 occorre porre in atto la presunzione secondo la quale colui che è intestatario di utenza elettrica residenziale abbia anche un apparecchio televisivo e, di conseguenza, abbia l’onere di versare l’importo fissato dal Governo.
La tassa è direttamente addebitata nella bolletta per il consumo della corrente elettrica. Il costo complessivo di 90 euro annui è ripartito in quote bimestrali da 18 euro l’una. Su ciascuna famiglia anagrafica la prestazione ricade una volta l’anno, a prescindere dal numero di televisori detenuti, in una o in più case.
Talvolta, succede che al medesimo soggetto faccia capo una doppia utenza elettrica di tipo domestico residenziale. Di conseguenza, il cittadino, nella circostanza in oggetto, ha magari la preoccupazione di ritrovarsi la tassa della televisione due volte, ossia una per ciascuna delle utenze.
Gli accertamenti da compiere
In ogni caso, non sussiste alcune ragione per allarmarsi. In primo luogo, bisogna infatti rammentare come non si dovrebbe essere titolari di più di un’utenza elettrica di tipo domestico residenziale. E, riprendendo il discorso già fatto in precedenza, il canone Rai è addebitato sul contratto della tipologia “clienti residenti” (D2), laddove l’altro sia di “altri clienti domestici” (D3). Se entrambi i contratti appartenessero alla tipologia “clienti residenti” (D2), l’addebito verrà effettuato sulla fattura della fornitura con la più recente attivazione.
In qualunque circostanza, consigliamo vivamente di accertare che i riferimenti anagrafici e il codice fiscale presenti nei due contratti siano aggiornati. L’eventuale doppio addebito sarà possibile da fronteggiare ed eliminare avanzando una apposita domanda di rimborso, in base alla procedura ordinaria definita dalle autorità competenti.
Doppio canone Rai: come avanzare la richiesta di rimborso
Il modulo per avanzare richiesta di rimborso occorre presentarlo in via telematica, mediante l’apposita applicazione web disponibile sul sito ufficiale della stessa Agenzia. Qualora, anziché adoperarsi personalmente, l’intenzione sia di appoggiarsi a terzi, è importante accertarsi che l’intermediario chiamato in causa sia abilitato a provvedervi.
In alternativa, l’istanza di rimborso è presentabile, con allegata la copia di un valido documento d’identità, a mezzo del servizio postale con raccomandata al seguente indirizzo: Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio Canone TV – Casella Postale 22 – 10121 Torino (TO).
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