Quando si usa la ritenuta d’acconto?

ritenuta acconto
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Cos’è la ritenuta d’acconto e perchè si applica? La ritenuta d’acconto è una modalità di pagamento anticipato delle imposte. Questo tipo di versamento risulta necessario perché, appunto, lavoratori autonomi e occasionali pagano le imposte al fisco solo nel momento in cui svolgono un determinato lavoro.

Come funziona il versamento della ritenuta d’acconto?

L’obbligo del versamento della ritenuta d’acconto è posto a carico del committente (datore di lavoro e quindi sostituto d’imposta) che la trattiene al prestatore e la versa per suo conto.

La ritenuta d’acconto viene versata dal sostituto d’imposta entro il 16 del mese successivo alla data in cui è stata pagata la prestazione di lavoro occasionale, mediante l’utilizzo del modello F24(che trovi nel sito dell’agenzia dell’entrate) con l’indicazione del codice tributo previsto per il tipo di reddito corrisposto, ad esempio:

  • 1038: per ritenute su provvigioni per rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione e di rappresentanza
  • 1040: per le ritenute su redditi di lavoro autonomo e compensi per l’esercizio di arti e professioni

I redditi su cui si applica la ritenuta d’acconto

I redditi degli autonomi che sono soggetti a ritenuta d’acconto sono previsti dall’art. 25 dpr 600/73-Ritenuta sui redditi di lavoro autonomo e altri redditi” e 25 bis-Ritenuta sulle provvigioni inerenti rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione, di rappresentanza, procacciatore di affari”.

L’art.25 specifica che sono soggetti a ritenuta: “i compensi comunque denominati, anche sotto forma di partecipazione agli utili, per prestazioni di lavoro autonomo, ancorché non esercitate abitualmente ovvero siano rese a terzi o nell’interesse di terzi o per l’assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere”.

La ritenuta d’acconto per i redditi sopra definiti è sempre dovuta tranne:

  • per coloro che aderiscono al regime forfettario come introdotto dagli art. 54-89 della Legge di stabilità 2015 (L.190/2014).
  • per i compensi con importo inferiore a 25,82 euro corrisposti per prestazioni di lavoro autonomo occasionale da enti pubblici e privati non commerciali, a condizione che non si tratti di acconti di maggior compensi

Base imponibile per la ritenuta d’acconto

Per calcolare correttamente la ritenuta d’acconto la prima cosa è determinare la base imponibile su cui applicare l’aliquota.

La base imponibile della ritenuta d’acconto è composta da:

  • compensi professionali (come definiti sopra)
  • il contributo addebitato al cliente del 4% per gli iscritti alla gestione separata Inps in quanto è considerato un componente positivo di reddito da trattare come compenso
  • Rimborsi spese per spese non alberghiere e di ristorazione.

Tabella riepilogativa con redditi, aliquote e basi imponibili delle ritenute

Date le numerose casistiche, ecco una tabella riepilogativa per chiarire al meglio tutto ciò che concerne la ritenuta d’acconto:

Obblighi dichiarativi

Il sostituto di imposta dopo aver effettuato il versamento delle ritenute, deve adempiere ulteriori obblighi quali:

  • Entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui sono stati corrisposti i redditi, il sostituto deve consegnare al prestatore la Certificazione Unica attestante le ritenute operate indipendentemente dal fatto che siano state effettivamente versate;
  • Entro il 7 marzo deve trasmetterle telematicamente all’Agenzia delle Entrate;
  • Entro il 31 luglio deve consegnare al sostituito il modello 770 con il riepilogo di tutti i percipienti, delle ritenute operate e degli estremi di versamento. Poiché il 31 luglio nel 2016 è festivo tale scadenza è posticipata al 1° agosto.

Il sostituito lavoratore autonomo/o intermediario che ha subito la ritenuta d’acconto può portarla in detrazione nella dichiarazione dei redditi dall’imposta netta dovuta.

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