Badanti, bidelli ed OSS, pensione a 63 anni, ecco le ultime notizie sui lavori gravosi

Estensione delle attività che darebbero diritto alla pensione a 63 anni, ma occorre che la politica faccia il suo.

pensione

La commissione sui lavori gravosi ha completato la prima fase di studio relativo alle attività di lavoro che possono essere considerate gravose ai fini delle pensioni. Infatti è stato predisposta una graduatoria con un lungo elenco di attività ordinate in base al logorio per i lavoratori.

Nello studio i parametri di riferimento sono stati le percentuali di infortuni occorsi ai lavoratori dei vari settori, quelle delle malattie professionali e forse anche l’aspettativa di vita per singola attività.

Sta di fatto che la commissione ha delineato il quadro delle attività da cui pescare per estendere i benefici dell’Ape sociale a più lavoratori in modo tale da detonare lo scalone di 5 anni che la fine di quota 100 produrrà inevitabilmente.

Adesso però deve essere la politica, con il governo chiamato a predisporre la legge di Bilancio, che deve mettere nero su bianco le novità, nel consueto pacchetto pensioni della manovra.

Facile a dirsi ma difficile a realizzarsi. Tra le varie attività gravose che potrebbero venire inserite, ci sono le maestre delle scuole elementari, i bidelli, le badanti in genere e pure gli Operatori Socio Sanitari.

Allargare la pensione a 63 anni la soluzione anti scalone

Resta calda la pista che porta all’allargamento del numero delle professioni considerate gravose. L’ipotesi di estendere l’Ape sociale e quindi la pensione a 63 anni a nuove attività oltre le 15 già oggi previste, è ipotesi attendibile. A maggior ragione se si pensa a quanto detto in premessa, con la graduatoria di cui accennavamo prima.

L’Individuazione delle categorie lavorative meritevoli di maggiore considerazione per la pensione anticipata con l’Ape sociale è stato il primo passo. Dentro la graduatoria colf, badanti, bidelli e OSS.

Pensioni anticipate a 63 anni nel 2022, ecco le ipotesi

La graduatoria come detto, nasce prendendo ad esame gli indici di rischio degli infortuni, gli indici di assenze per malattie professionali e pure per la media di vita degli addetti.

Il tutto partendo dai dati dell’Istituto Nazionale Infortuni sul Lavoro (INAIL). Quindi, non un elenco campato in aria o fato a simpatia. Come dicevamo, ci sono attività lavorative molto diffuse e molto

Un lavoro che, in ogni modo, non sarà esente da polemiche per quale lavoro risulti più stressante dell’altro o per una presunta equiparazione di rischio e speranza di vita. Nella gruppo della Scuola ad esempio, oggi le maestre della scuola dell’infanzia e gli educatori degli asili nido sono quelli che rientrano nell’Ape sociale. E possibile che si estenda la possibilità anche a maestri delle scuole elementari e ai bidelli. SI potrebbe estendere la possibilità a tutti i collaboratori familiari e non solo a quelle persone addette all’assistenza di non autosufficienti. Quindi tutte le badanti e pure le colf.

E anche le professioni sanitarie potrebbero trovare maggiore spazio. Infatti quelle oggi previste  sono solo gli infermieri delle sale operatorie e le ostetriche delle sale parto che lavorano in turni. Ecco quindi che nell’Ape sociale potrebbero entrare anche gli Operatori Socio Assistenziali.

Segui MetaNews su Google News e sii il primo a conoscere tutte le Notizie dal mondo.