Reddito di cittadinanza, regole rigide adesso, ma non funzioneranno

Il governo ha deciso di inasprire le regole per continuare a percepire il sussidio, ma alcune sono criticabili

reddito di cittadinanza

Ed alla fine il governo ha rifinanziato il reddito di cittadinanza. La misura anti povertà non viene abilita come è logico che sia. No, viene solo inasprita da regole anti furbetti. Ma siamo sicuri che queste novità andranno in questa direzione e non saranno solo inasprimenti che penalizzeranno i poveri per davvero?
Parliamo sostanzialmente del vincolo dell’accettazione delle congrue proposte di lavoro. Penalizzazioni di ricarica per chi rifiuta e perfino decadenza del beneficio. E tra l’altro, obbligo di accettare anche proposte a termine.

Cosa cambia sul reddito di cittadinanza

Ciò che si vuole correggere del reddito di cittadinanza sono sostanzialmente le regole che portano alla decadenza del beneficio in caso di rifiuto delle offerte di lavoro.
Una cosa da dire subito è che di offerte di lavoro a dire il vero, gli italiani beneficiari del sussidio dal 2019 ne hanno ricevute poche.
Ma si parla di furbetti del reddito di cittadinanza, di misura per chi non vuole lavorare. E allora ecco che il governo pensa a indurire le regole.
La linea dovrebbe essere:

  • Penalizzazione di 5 euro al mese al rifiuto della prima offerta di lavoro;
  • Decadenza del beneficio rifiutando la seconda proposta.

E poi, cambiano le regole per considerare congrua una proposta. Infatti abbiamo:

  • Seconda proposta di lavoro che può provenire da tutta Italia;
  • Obbligo di accettazione anche di proposte a termine.

Perché sono regole inaccettabili per i beneficiari del sussidio

Come sempre i provvedimenti del governo sono assai discutibili a tal punto che sembrano fatti da chi non ha chiara la realtà.
Se il sussidio nasce per soggetti non certo benestanti, anzi, è altrettanto vero che una proposta di lavoro a 250 km da casa, deve essere congrua dal punto di vista dello stipendio.
Occorre fare i conti eventualmente con spese di affitto, costi di viaggio, trasferte.
Parlare di proposta congrua con tre mesi di assunzione, che è il limite a partire dal quale non si può rifiutare la proposta, è “fuori dal mondo”.
Significa fare diventare sempre più precari i beneficiari del sussidio. È evidente che se gli attivabili a cui le proposte di lavoro andranno spedite, possono essere anche giovani, portare avanti a colpi di assunzioni a 3 mesi i giovani, li rende sempre più precari.

 

 

 

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