Non solo bonus, ma in questo periodo si parla anche di RdL. Questa la sigla con la quale si segnala il “Reddito di libertà”. Si tratta di un aiuto economico di 400 euro al mese al mese al massimo per un anno ed è rivolto a donne vittime di violenza. E’ un aiuto previsto dalla legge 77/2020, approvata a luglio dell’anno scorso, in favore di donne seguite dai centri anti e dai servizi sociali, con figli minori o senza figli. È infatti operativo il “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza“, istituito per favorire percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza in condizione di particolare vulnerabilità o di povertà.
Il modello per la domanda
Il modello di presentazione della domanda è stato rilasciato dall’Inps. Tutte le donne interessate a ottenere questo aiuto devono presentare domanda all’Inps tramite il Comune di residenza, compilando un modello di richiesta definito dall’istituto di previdenza e allegato alla circolare 166/2021 contenente le istruzioni.
Nella domanda, il servizio sociale di riferimento deve rilasciare la dichiarazione relativa alla condizione di bisogno della richiedente («bisogno ordinario» o «bisogno straordinario e urgente», ma nel Dpcm 17 dicembre 2020 che ha definito le regole di accesso si legge solo «straordinario o urgente»). Inoltre deve essere presentata la dichiarazione del centro antiviolenza che ha preso in carico la donna nel percorso di emancipazione e autonomia.
Le richieste, dunque, saranno inviate dagli stessi Comuni,c he useranno un applicativo specifico. Farà fede il momento di inoltro della richiesta all’istituto di previdenza da parte delle amministrazioni comunali, e non quello della domanda compilata dall’interessata.
Il bonus di libertà non è incompatibile con il reddito di cittadinanza
Tra le destinatarie del contributo ci sono le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie oppure, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno. Ai fini del reddito di libertà, alle cittadine italiane sono equiparate le straniere aventi lo status di rifugiate politiche o di protezione sussidiaria. Il reddito di libertà non è incompatibile con altri strumenti di sostegno al reddito come il reddito di cittadinanza o altri sussidi economici anche di altra natura, quali Rem, Naspi, cassa integrazione, assegni familiari.
I controlli previsti sul reddito di libertà
Sarà fondamentale l’attestazione della condizione di bisogno ordinario o la condizione di bisogno straordinaria e urgente, rilasciata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale, e la dichiarazione che attesta il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso dalla donna, rilasciata dal legale rappresentante del centro antiviolenza. «Non sarà presa in considerazione, ai fini dell’inoltro, l’istanza non conforme allo schema di modello allegato alla presente circolare ovvero incompleta», precisa la circolare. Inoltre, la circolare segnala che in ogni caso l’Inps potrà procedere alla revoca del contributo erogato, quando necessario.
Nell’acquisizione della domanda, il servizio svolgerà dei controlli sulla correttezza formale dei dati inseriti (ad esempio, la congruità del codice fiscale), consentendo, al termine, l’invio e la registrazione sul sistema informativo dell’Inps e la stampa della ricevuta di presentazione. Ai fini della prenotazione degli importi del reddito di libertà si terrà conto della data di acquisizione dei dati da parte dell’Inps mediante il servizio online. Viene chiarito che non rileva per l’eventuale priorità della domanda, la data di sottoscrizione del modulo cartaceo. Successivamente alla trasmissione il sistema effettuerà una breve istruttoria automatizzata, che verificherà la capienza del budget e la titolarità dello strumento di pagamento (codice Iban) indicato in domanda. Le domande non ammesse per insufficienza di budget potranno essere accolte in un momento successivo, in caso di respingimento di domande già presentate.
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