Troppi certificati di malattia per via del Green pass? Stop a certificati al telefono

La legge non consente di certificare la malattia di un paziente via telefono, e l’Ordine lo ricorda

Green pass

Sicuramente sarà stata anche la voglia di temporeggiare di fronte all’obbligo del Green pass. Questo forse, il motivo per cui ieri, venerdì 15 ottobre, primo giorno di obbligo di Green pass, i certificati di malattia sono stati una enormità, saliti del 22,2%. E si corre ai ripari. L’Ordine dei Medici scrive ai suoi iscritti, ma dice una ovvietà.

Boom di malattie ieri, il monito dell’Ordine e il sospetto per via del Green pass

Sono state certificate esattamente 94.191 malattie il giorno del via al Green pass obbligatorio sul posto di lavoro. Rispetto al venerdì precedente, in cui furono 76.851, esattamente il 22,6%. Una enormità quindi.

Il sospetto di molti è che siano malattie di comodo. In pratica, al netto di chi davvero sta male, non mancherebbero, secondo questa tesi, lavoratori che hanno scelto di dichiararsi malati, per evitare di diversi tamponare per andare a lavorare.

E dall’Ordine dei medici il monito verso gli iscritti. “Non rilasciate certificati medici su segnalazioni al telefono, è illegale”, questo ciò che l’Ordine ha detto ai suoi iscritti.

In altri termini, secondo l’Ordine dei medici per certificare la malattia di un lavoratore, occorre fare la classica visita in presenza. Il medico certificatore deve andare a casa dell’ammalato o riceverlo in studio, controllarlo e poi, una volta appurata la malattia, certificarla. Noi diremmo una ovvietà, ma con questo avviso l’Ordine dei medici apre a quello che potrebbe essere stato un malcostume tutto italiano in questi anni, tutto a discapito di Stato e aziende.

Uscire con un diktat del genere vuol dire che anche l’Ordine sa che molti medici operano in questo modo? Nessuna accusa, ma il dubbio resta.

È reato rilasciare certificati medici di malattia senza visitare il paziente

“Niente certificati al telefono, è un reato”, questo ciò che hanno scritto ai loro iscritti, quelli dell’Ordine dei medici. Con una precisazione che sa di giustificazione però.

“Per quel 22,6% in più, per gli oltre 94.000 certificati di venerdì 15 ottobre, seguite tutte le regole, ma bisogna valutare con estrema attenzione caso per caso per capire se c’è o meno una inabilità al lavoro”, questa la precisazione dell’Ordine.

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