Accordo di Glasgow, il carbone è stato ridotto

L’accordo di Glasgow ha permesso di fare il punto della situazione nel nostro pianeta

L’accordo di Glasgow ha riunito i grandi della terra per confrontarsi in merito alla situaione climatica del nostro pianeta. Ecco cosa ne è venuto fuori, anche se già dall’anno prossimo un nuovo appuntamento sarà da segnare in agenda.

Accordo di Glasgow, cosa hanno deciso

Recentemente i grandi del mondo si sono confrontati per il problema della terra. C’è sempre più bisogno di un pianeta che riduca le immissioni nocive per tutta l’umanità. Infatti la formula adottata a Cop26 è un rallentamento del solo carbone. Anche se molti speravano in una totale eliminazione dell’uso del combustibile.

Ossia le emissioni non sono abbattute, come ad esempio con sistemi di cattura CO2 e uno stop ai sussidi delle fonti fossili inefficienti. Una risoluzione che comunque non convience i  sostenitori di una lenta morte del nostro pianeta. E che sembra sempre di più una pezza o un compromesso sul carbone.

Vediamo nel dettagli i punti che riguardano l’accordo di Glasgow

I Paesi devono dare un’accelerata alla riduzione delle emissioni già nel breve periodo. Ed infatti nel 2022 i Paesi dovranno risedersi al tavolo delle trattative per predisporre piani più importanti entro il 2030.

La direttrice di Oxfam International, Gabriela Bucher, così commenta: «Il lavoro inizia ora. I grandi emettitori, in particolare i Paesi ricchi, devono ascoltare la chiamata e allineare i loro obiettivi per darci le migliori possibilità di mantenere 1,5° a portata di mano. Nonostante anni di colloqui, le emissioni continuano ad aumentare».

Il ruolo dell’Italia e le promesse dell’accordo

Anche l’Italia ha partecipato al tavolo di trattative. Infatti la sfida tutta italiana è quello di riuscire a tradurre la leadership internazionale nell’attuazione domestica. E in una posizione ambiziosa sul pacchetto europeo “Fit for 55” dei prossimi 10 anni e sulla tassonomia per definire gli investimenti.

L’accordo raggiunto a Glasgow prevede che i Paesi in via di sviluppo che hanno bisogno di flessibilità nella contabilità delle emissioni possono evitare di consegnare alcuni dati e riempire le caselle mancanti con il segno FX, per dire che ancora non si raggiunto l’obiettivo.

Infine, il surriscaldamento della Terra resta ancora eccessivo, pertanto è importante che i governi di tutti gli stati cominciano a gestire con maggiore responsabilità il tema e rispettino gli impegni presi.

 

 

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