Caro energia, Putin: “Errori dell’Ue”, che però risponde

Il premier russo Vladimir Putin imputa la responsabilità del caro energia all’Unione Europea, che fornisce però ben altra versione.

Vladimir Putin

Vladimir Putin attacca l’Europa per il caro energia attualmente in corso. Secondo il premier russo si tratta di una somma di vari elementi, incluse manovre affrettate, ad avere generato uno squilibrio tra domanda e offerta.

Caro energia: si gioca a scaricabarile

La Russia – ha puntualizzato Vladimir Putin – è un fornitore di gas affidabile tanto per l’Europa quanto per l’Asia e rispetta in pieno gli impegni. Gazprom – ha aggiunto – non si è mai tirata indietro alla richiesta di aumentare le forniture di gas al Vecchio Continente, laddove richiesto. Semmai crede che gli errori sarebbe da associarsi ai contratti di breve termine, riferiscono le agenzie russe.

Non concorda il Vecchio Continente. L’impennata delle quotazioni costituisce un problema serio. Si sono raggiunti dei picchi storici e Bruxelles prepara una comunicazione da inviare la prossima settimana, dove verrà esaminata l’intera struttura dei costi. Così ha parlato la numero uno della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in occasione dell’approdo al castello di Brdo, in Slovenia, per il Day Two della tavola rotonda tra gli esponenti Ue e gli omologhi dei Balcani occidentali.

Per l’Unione Europea è lapalissiano che nel lungo termine occorrerà attuare investimenti nelle rinnovabili: danno stabilità e indipendenza. Detto ciò, von der Leyen ha garantito che, a tempo debito, la proposta comunitaria sarà discussa al vertice dei leader dei Ventisette, fissato il 21 e 22 ottobre a Bruxelles.

Nella audizione alla plenaria del Parlamento europeo a riguardo, la commissaria Ue all’energia Kadri Simson ha rimarcato come la situazione attualmente affrontata costituisca una crisi imprevista in un frangete critico e per uscirne è indispensabile agire in sinergia. Dopo una discesa durante l’ultimo decennio – ha continuato – i prezzi hanno ripreso a lievitare. E resteranno elevati lungo l’intera stagione fredda per poi diminuire in primavera.

Simson ha voluto specificare i danni provocati da tale stock all’economia: crea disagi per le famiglie più fragili, incrementa la pressione inflazionistica e rischia di porre un freno alla ripresa europea. I rincari li imputa alla trasformazione del comparto energetico, poco attinenti alle politiche continentale ma riguardanti l’evoluzione mondiale. In conclusione, la commissaria ha spiegato che il Green Deal costituisce la sola risposta a lungo andare alla volatilità del mercato.

 

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