Pensione di reversibilità aumentata di 500 euro, a chi spetta?

La pensione di reversibilità può essere maggiorata di 500 euro, ma per quali categorie di persone? Ecco tutto quello che bisogna sapere.

Pensione di reversibilità

La pensione rappresenta il traguardo finale per molti cittadini, che già pensano a cosa fare nel momento in cui potranno finalmente chiudere col mondo del lavoro e avranno tanto tempo libero, da dedicare ai propri veri interessi. In tal senso occorre sapere che, in caso di morte, il sussidio in questione viene garantito ai familiari, se aventi diritto, allo scopo di assicurare il mantenimento dello stesso tenore di vita. È la cd. pensione di reversibilità, introdotta dal Governo italiano in quanto misura di tutela per i superstiti.

Per beneficiare della misura in oggetto, come abbiamo già sopra indicato, serve necessariamente assolvere a precise condizioni, dettate dal legislatore. Queste ultime devono essere possedute pure in seguito alla scomparsa della persona cara, pena la decadenza o la riduzione del medesimo sussidio. Ma non finisce qua. Difatti, in certi casi vi è pure chi ha accesso fino a 500 euro “extra” sulla pensione di reversibilità. Una somma aggiuntiva certamente sostanziosa e in grado di tornare davvero comodo. Scendiamo quindi nello specifico e vediamo quali sono le informazioni essenziali da sapere in tal senso.

Pensione di reversibilità: mediante l’assegno di accompagnamento c’è chi ha diritto fino a 500 euro aggiuntivi

La pensione di reversibilità è stata introdotta a titolo di forma di protezione per i superstiti. Ad aver ispirato la manovra è, insomma, il bisogno di garantire alla persona rimasta in vita di godere lo stesso tenore di vita. Tuttavia, l’importo che ogni mese giunge sotto forma di assegno al coniuge superstite risulta abbastanza cospicuo a sbarcare il lunario.

Talvolta è fin troppo esiguo e ignorare ciò equivarrebbe a dimenticare la fondamentale funzione solidale ricoperta dallo Stato per i cittadini, soprattutto nei confronti delle categorie disagiate. Inoltre, manco ciò fosse poco, subentra una problematica di differente natura, nel momento in cui una vedova (o un vedovo) si ritrova a dover sostenere le problematiche caratteristiche della terza età. In tale circostanza la situazione precipita rovinosamente. Difatti, è abbastanza facile intuire come i disagi risultino persino maggiori e lasciare in balia a sé stesse le persone interessate sarebbe ulteriormente deleterio.

Ebbene, proprio in tali scenari è fondamentale sapere che, qualora si ravvisino particolari difficoltà anche nel compiere le azioni più semplici della vita quotidiana, viene riconosciuto il cosiddetto assegno di accompagnamento. D’altra parte, non si ha sempre la possibilità di ricevere l’aiuto da figli o parenti. Di conseguenza, può risultare essenziale rivolgersi ad addetti alla cura, sostenendo i relativi oneri dell’assistenza a domicilio.

Proprio in frangenti del genere, chi già riscuote il trattamento pensionistico di reversibilità ha l’opportunità di richiedere l’indennità di accompagnamento. L’importo della prestazione è fissato a 522,10 euro per 12 mensilità. La fascia reddituale non incide sull’ammontare riconosciuto.

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