Pensioni 4 novità 2022: in pensione dai 58 ai 64 anni, ecco cosa c’è nella manovra

Tutte le novità in materia pensioni che il governo ha deciso di inserire nella manovra di Bilancio.

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Ed alla fine la riforma delle pensioni è slittata al 2023. Nella manovra 2022 infatti, non sono state introdotte novità sostanziali per il capitolo previdenziale. Sono 4 i punti del pacchetto pensioni che possono interessare i futuri pensionandi. E si tratta di due novità assolute e di due proroghe di misure che scadevano come la quota 100 il 31 dicembre 2021.

Al posto di quota 100,quota 102, cosa cambia?

La prima novità è anche la più dibattuta e criticata. Parliamo naturalmente della quota 102, misura che il governo ha inserito nella bozza della legge di Bilancio in sostituzione della quota 100. Con quest’ultima si accedeva alla pensione anticipata a partire dai 62 anni di età con almeno 38 anni di contributi.

Con la nuova quota 102, valida solo per l’anno 2022, si accede alla pensione sempre con i soliti 38 anni di contribuzione minima versata, ma dai 64 anni di età.

Il fondo per le aziende in crisi

Nella manovra finanziaria, o meglio, nella bozza, c’è pure una dotazione da 600 milioni di euro destinata alla creazione di un fondo per la pensione anticipata dei lavoratori di aziende in crisi. Questa la seconda grande novità pensata dal governo. Forse per questioni di crisi economica da Covid, con molte aziende davvero in crisi economica, si potrà concedere l’uscita anticipata a partire dai 62 anni per i lavoratori di imprese in crisi.

Pensioni che saranno finanziate dal fondo appositamente creato che sarà attivo per 3 anni con 200 milioni di euro all’anno. Si tratta quindi di uno scivolo che si andrà ad affiancare nel 2022 agli altri scivoli aziendali vigenti. Parliamo per esempio del contratto di espansione che consente, mediate accordi su base sindacale, il prepensionamento a partire dai 62 anni di età o l’isopensione a partire dai 60 anni.

Le proroghe di Ape sociale e Opzione donna

Non sono novità assolute ma sono proroghe di misure esistenti quelle relative all’Ape sociale e ad Opzione donna. Anche nel 2022 le misure funzioneranno. Entrambe infatti pur scadendo il 31 dicembre 2021, hanno subito una sorte diversa da quota 100 che è stata depennata dal nostro ordinamento.

Con opzione donna sembra che si potrà sfruttare ancora lo scivolo contributivo per le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2021 hanno completato i 35 anni di contribuzione versata, purché alla stessa data hanno raggiunto pure i 59 anni di età per le lavoratrici dipendenti e i 61 anni per le lavoratrici autonome. La novità rispetto alla misura oggi vigente è l’inasprimento dell’età minima per uscire, che oggi era fissata a 58 e 59 anni rispettivamente per dipendenti ed autonome.

L’Ape sociale invece viene prorogata con un sostanziale aumento delle attività gravose a cui essa è dedicata. SI prenderà a riferimento la graduatoria delle attività gravose come stabilita dalla commissione ad hoc costituita. SI potrà quindi accedere alla pensione dai 63 anni di età se si rientra in queste categorie di lavoro gravoso, con almeno 36 anni di contributi versati.

La misura resterà fruibile anche per invalidi, caregivers e disoccupati, sempre dai 63 anni ma con 30 anni di contribuzione previdenziale.

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