Tra le critiche al reddito di cittadinanza quello di spingere a fare i furbetti, a cercare ogni espediente per poter percepire il sussidio. Pochi sanno però che c’è chi davvero ha bisogno di adottare pratiche illecite. La storia di Michele, un uomo di oltre 50 anni, disoccupato di lunga data, con compagna e figlio minore a carico ne è la dimostrazione lampante. L’uomo ha rilasciato per l’Aria che Tira, trasmissione di La7 condotta da Myrta Merlino, una eloquente intervista (Michele un nome di fantasia ed in video l’uomo ha voluto l’anonimato con mascherina e occhiali).
È vero, ci sono i furbetti, quelli che girano in Maserati e prendono il sussidio, ma c’è anche della povera gente che spesso finisce nel calderone delle truffe sul reddito di cittadinanza che hanno prodotto 15 miliardi di danno erariale.
Come vivono molti dei beneficiari del reddito di cittadinanza
Può essere considerato truffatore Michele che lavora in nero tre sere a settimana in una pizzeria recuperando 50 euro a serata? Stando alla legge si, perché il lavoro nero è illecito e i soldi che Michele guadagna in pizzeria dovrebbero essere dichiarati. La loro dichiarazione però farebbe perdere il sussidio a Michele. Un sussidio che some vedremo è necessario.
Michele vive a casa della madre da anni, ed ha con lui figlio di 9 anni e compagna. La madre prende la pensione di reversibilità del defunto marito, pari a 585 euro al mese. Per via del reddito della madre ed in base alla composizione del nucleo familiare, Michele ha ottenuto dal marzo del 2019, un reddito di cittadinanza di 150 euro al mese.
Necessari quindi adoperarsi per arrotondare. Una famiglia con pensionata, minorenne e due adulti che deve vivere con poco più di 700 euro al mese è una assurdità che evidentemente il sussidio tanto discusso e molto amato dai grillini per esempio, non azzera.
Navigator inutili e requisiti iniqui
La storia emersa durante la trasmissione prima citata è una delle tante, perché ce ne sono davvero molte di questo tipo. Storie di persone che passano per essere aiutate dallo Stato con questa misura, ma che alla fine non riescono a tirare avanti.
Anche perché, l’obbiettivo della misura era anche quello di trovare lavoro ai beneficiari del sussidio. I navigator, che dovevano aiutare i beneficiari a trovare lavoro sono stati uno spreco. Pochi li hanno visti all’opera e pochi hanno trovato in loro l’aiuto e il lavoro sperato.
Si, perché c’è anche chi ha scelto di entrare nel programma reddito di cittadinanza, non per gravare sulla collettività come molti pensano, ma soprattutto per essere aiutati a trovare lavoro. Una cosa che per il nostro Michele non è accaduta. Lui che era una ex Guardia Giurata, per giunta con il 53% di invalidità ed iscritto al collocamento tra le categorie protette dal 2009 come disoccupato.
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