Reddito di cittadinanza: per gli stranieri potrebbe essere più facile

Tra i correttivi allo studio, si apre la possibilità che anche senza i 10 anni di residenza in Italia, il sussidio può essere richiesto

reddito di cittadinanza

Intercettare il bisogno effettivo delle famiglie e permettere a più soggetti di ricevere il reddito di cittadinanza. Questo uno dei correttivi che potrebbe fare capolino per il reddito di cittadinanza per il 2022. Infatti confermando di fato la misura (e non poteva essere diversamente vista la situazione attuale di grave crisi economica), il governo medita interventi.

E così si pensa di rendere più equo il sussidio, garantendo di più le famiglie più numerose. Allo stesso tempo si cercherà di aumentare i controlli relativi ai cosiddetti furbetti del reddito di cittadinanza. E si implementeranno le politiche attive sul lavoro, o meglio, si cercherà di farle funzionare visto il loro fallimento attuale.

In altri termini, i correttivi al reddito di cittadinanza saranno votati a correggere gli errori fatti in questi primi tre anni circa di funzionamento della misura. Si cercherà di far funzionare meglio la misura. E tra gli interventi, una maggiore flessibilità riguardo agli stranieri, molti dei quali oggi sono esclusi dalla misura.

Molte le famiglie escluse per colpa dei 10 anni di residenza in suolo italiano

Su oltre 1,2 milioni di famiglie che in base ai dati dello scorso luglio, risultano beneficiarie del sussidio, solo 150.000 sono le famiglie con stranieri al loro interno. Poco, soprattutto perché c’è un limite alla possibilità di percepire il sussidio per queste famiglie. Occorre infatti che la residenza in Italia sia vecchia di almeno 10 anni, dei quali gli ultimi due consecutivi.

Un limite per molte famiglie, che vengono estromesse dalla misura nonostante hanno tutti i requisiti necessari, soprattutto quello reddituale ed economico che poi dovrebbe essere alla base del perché esiste la misura.

Il reddito di cittadinanza è una misura che nasce per dare una mano alle famiglie in difficoltà? E allora ecco che quel vincolo dei 10 anni è una anomalia che adesso il governo pensa di correggere.

 

Cosa cambia per il reddito di cittadinanza agli stranieri

Le linee di intervento in questo senso sono sostanzialmente due. Da un lato si pensa a ridurre della metà il numero di anni indietro a partire dai quali ci vuole la prima residenza italiana di uno straniero (che ricordiamo, può essere comunitario o extracomunitario).

Si pensa a ridurre da 10 a 5 gli anni necessari come anzianità di residenza. In altri termini, potrebbero beneficare del reddito di cittadinanza gli stranieri che hanno messo la prima volta piede in Italia 5 anni prima di presentare la domanda di Rdc. Naturalmente tutto deve essere confermato da una regolare iscrizione all’Ufficio Anagrafe di un qualsiasi Comune italiano proprio come funziona oggi per i 10 anni.

Resterebbero gli ultimi due anni di residenza continuativa, perché è un limite anti furbetti, dal momento che si vuole evitare che qualcuno entri in Italia con il solo scopo di diventare beneficiario del sussidio.

Ma si pensa anche a cancellare il vincolo dell’anzianità di residenza. In pratica c’è chi vorrebbe che l’unico requisito di questo genere da soddisfare sia quello dei due anni consecutivi di residenza in Italia a ritroso dalla data di presentazione della domanda di reddito di cittadinanza.

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