Lavorare in smart working può essere senza alcuna ombra di dubbio comodo, ma ha anche un costo per il lavoratore. E proprio per questo motivo l’ARAN sarebbe al lavoro con il Governo per una proposta che prevede un rimborso si luce, gas e internet per tutti i dipendenti della pubblica amministrazione che hanno lavorato in smart working.
Rimborsi luce, gas e internet
La proposta è valida solo per i dipendenti pubblici che lavorano o hanno lavorato in smart working ed ha lo scopo di andare a sostenere tali lavoratori per quelle spese sostenute per lavorare da casa: internet, luce e gas che, altrimenti, non avrebbero consumato.
Nei prossimi giorni la proposta dell’Aran dovrebbe arrivare sui tavoli del governo anche perchè i rimborsi in questione dovrebbero essere finanziati dalle singole amministrazione sulla base di quanto effettivamente risparmiato con lo smart working.
Non si è ancora parlato delle somme da erogare ai singoli dipendenti che, in quest’ottica, potrebbero variare da amministrazione ad amministrazione. Cerchiamo, però, di farci un’idea su come il rimborso sarebbe riconosciuto al lavoratore.
Il sistema ideato dell’Aran si fonda sulla meritocrazia e quindi sulla qualità del servizio che il dipendente in smart working è riuscito ad erogare. Questo punto, in ogni caso, andrà discusso per bene perchè è indispensabile non trasformare la meritocrazia in un’arma a doppio taglio che escluderebbe dal beneficio una parte importante di lavoratori e per fare in modo che non si basi su una sorta di sistema di controllo.
Non tutti gli statali, infatti, riuscirebbero a raggiungere gli obiettivi minimi prefissati e a far fatica nel raggiungimento degli obiettivi sarebbero soprattutto quelli che hanno lavorato a fascia oraria e non ad orario fisso.
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