Green pass: tutto quello che nessuno dice

Sul Green pass obbligatorio sul posto di lavoro ci sono numerose perplessità che vanno a sfociare anche nello statuto dei lavoratori, creando un pericoloso precedente

green pass

Il Green pass obbligatorio sul posto di lavoro entrerà in azione il 15 ottobre. Tra polemiche, camionisti che bloccano strade, lamentele anche di Carabinieri e Poliziotti, e tutti non  necessariamente no vax, il governo ha già deciso di andare avanti per la sua strada.

Anzi, se i numeri delle vaccinazioni non saranno quelli sperati (e sembra che al momento la delusione sia profonda), si continuerà con altre imposizioni.

È vero, c’è lo stato di grave emergenza sanitaria (anche se da settimane i numeri di contagi, ricoveri e morti non è proprio da emergenza), ma forse le regole italiane sono troppo restrittive.

Obbligo certificato verde per i lavoratori

L’obbligo del Green pass sul posto di lavoro, che è di fatto un obbligo vaccinale nascosto ed imposto senza che lo Stato si assuma le sue responsabilità, crea un pericoloso precedente in materia di diritto del lavoratore, dando mano libera ad una azienda di tenere all’asciutto dal punto di vista dello stipendio, un lavoratore.

Per non parlare di tutto il resto poi, perché misure tanto rigide, aprono a scenari ancora peggiori. Andando avanti così in uno stato di emergenza il governo potrà fare tutto ed il contrario di tutto, imponendo misure che forse nemmeno la Cina ha imposto, nonostante venga considerata un Paese di regime.

Eppure la popolazione è con il governo, almeno la stragrande maggioranza

Ormai salvo alcune Regioni piuttosto indietro in vaccinazioni, l’Italia si appresta a superare l’80% delle persone immunizzate (ma è davvero così) con due dosi di vaccino.

È l’obbiettivo che una volta era quello definitivo per il liberi tutti e per la presunta immunità di gregge, ma che adesso pare sia diventata una tappa intermedia per il vero obbiettivo che sarà il 90% (sempre che alla fine non si decida di arrivare al 100%, l’All In).

Sondaggi, statistiche e segnalazioni, sottolineano come la stragrande maggioranza della popolazione sia favorevole al vaccino e pure all’obbligo del Green pass. La paura del Covid, la voglia di tornare alla libertà totale ma anche quella forma di egoismo sociale che spinge chi si è vaccinato per andare in vacanza in estate, a pretendere che adesso lo facciano anche tutti gli altri.

Italiani pro vaccini e pro certificato verde

Sono queste le motivazioni che spingono la stragrande maggioranza della popolazione ad essere diventati pro Green pass.

Ma se un popolo si presta così facilmente ad un diktat di questo genere, può aprire ad altre imposizioni ancora più forti. E se magari si passa davvero all’obbligo vaccinale per i bambini tra i 5 ed i 12 anni? Sarebbero così favorevoli i genitori che oggi “sventolano” con fierezza il Green pass a destra e a manca come fosse il pass per la prima fila al Festival di San Remo?

Avallare l’obbligo di avere un certificato del genere per andare a lavorare, nonostante ci siano strumenti di sicurezza come il distanziamento, le mascherine, il plexiglass, i lavori senza contatto e così via, è pericoloso. Così proseguendo qualcuno può sentirsi libero di imporre qualsiasi cosa. Tanto è vero che già si parla di imporre la terza dose di vaccino come tutela ulteriore, magari revocando il Green pass a chi non la fa. E si parla già di terza dose da fare a 6 mesi dalla seconda, nonostante poco tempo fa si è prolungato da 9 a 12 mesi la validità del Green pass dalla seconda dose.

Perché è lecito avere dubbi sui vaccini, la democrazia dovrebbe permetterlo

Dubitare del vaccino non è una eresia. Erano altri i tempi in cui andare contro un qualcosa, portava al rogo in pubblica piazza. Sarà anche vero che il vaccino ha funzionato, che grazie ai vaccini i ricoveri e le terapie intensive sono calati numericamente.

Ma è altrettanto vero che anche lo scorso anno di questi tempi gli ospedali non erano certo in emergenza. SI dirà che non c’era la variante Delta, ed è vero, ma è altrettanto vero che anche prima del Green pass, la situazione non era talmente grave da spingere verso la rigidità assoluta.

E come detto, dubitare del vaccino non è eresia. Anche di Covid non tutti morivano. Sono guarite anche persone fragili, ultra ottantenni con patologie. È vero, il numero dei decessi in Italia è stato elevato e sono morti anche i giovani. Ma in percentuale sui contagiati, il numero dei decessi non è stato certo elevato (e non è cinismo, perché i morti sono sempre un dispiacere, ma è una analisi).

Bisogna credere anche a chi di vaccino è stato male

Febbre alta, difficoltà ad alzare le braccia, dolori vari anche dopo diversi giorni dalle dosi e persone che dicono di non sentirsi più come prima dopo i vaccini, sono una realtà che va considerata. E poi problemi di cuore, rischio trombosi e così via. Sono problematiche che dopo il vaccino qualcuno ha avuto, questo è fuori discussione.

E chi invece non ha avuto conseguenze, non può non tenere conto del fatto che è stato “fortunato” in questo, così come lo è stato in questi due anni di pandemia a non prendere il Covid anche senza vaccino, o ad essere guarito senza ricovero e con la soluzione della tachipirina e della vigile attesa.

Qualcuno sa con certezza che con il Green pass ci libereranno da tutte le restrizioni?

La cosa più pesante da sopportare è il Green pass sul lavoro. In un momento in cui si parla di crisi economica, di famiglie in povertà, di confermare il reddito di cittadinanza perché strumento di solidarietà sociale per eccellenza, come si fa a dire “sei senza Green pass e ti lascio senza stipendio”?

Anche il lavoratore che non vuole sottostare a questo obbligo ha figli a casa, ha bollette da pagare, ha bisogno di lavorare. Sull’altare del Green pass si possono sacrificare queste persone?

Tutti gli interrogativi sul Green pass obbligatorio

L’effettiva applicazione della legge sull’obbligo del Green pass solleva numerosi interrogativi e criticità sia di ordine giuridico che di tipo operativo. Il diritto al lavoro è un perno fondamentale della nostra Carta Costituzionale. Operando in questo modo si rischi di creare un precedente che minerà il già delicato equilibrio delle fonti del diritto.

Senza considerare che se chi non deciderà di assecondare i diktat e potrà permetterselo, rischia di ingessare settori vitali per la quotidianità. Basti pensare a cosa accadrebbe se le già esigue forze dell’ordine si vedessero ridurre drasticamente il numero degli agenti per strada perché molti sono a casa senza stipendio. L’ordine pubblico imploderebbe. E se molti camionisti senza Green pass non si mettono in strada per le consegne, come arriverebbero le merci nei negozi dei generi alimentari?

Perché il certificato verde non aiuta

Dobbiamo essere anche onesti, il Green pass tutto è tranne che uno strumento sanitario. Infatti non contrasta i contagi, anzi, se qualcuno fraintende il vaccino come il lasciapassare per fare ciò che vuole senza precauzioni, è proprio il vaccinato a diventare il pericolo pubblico.

Si tratta di uno strumento politico, che serve per obbligare alla vaccinazione e non a detonare i contagi. Questi vengono limitati da distanziamento, mascherine, igiene e così via.

In ciò che viene imposto manca la cultura di diritto costituzionale perché il Green pass rischia di creare un precedente dal punto di vista giuridico.

In giurisprudenza la forma e il diritto sono coincidenti. Concedere al datore di lavoro il diritto di mandare a casa un lavoratore privo di un lasciapassare è un pericoloso precedente.

Vaccino e contagi, le false credenze popolari sul Green pass

C’è chi dice che anche le medicine da banco hanno le loro controindicazioni. C’è il bugiardino che le elenca. Ma un farmaco, una persona con la testa sulle spalle, lo prende quando sta male. Sono pochi quelli che prendono la tachipirina ad inizio ottobre e continuano così a prenderla per evitare i mali di stagione.

Il vaccino lo fanno persone sane, e soprattutto per libera scelta, come le firme sulle liberatorie dimostrano quando ci si reca nei vari Hub vaccinali. E poi occorre fare chiarezza sul punto fondamentale di tutta la questione. Chi è vaccinato può prendere il Covid, anche se come sostengono gli esperti, in modo lieve. Ma lieve su loro stessi, perchè possono contagiare anche in maniera grave persone che per esempio, il vaccino, per le loro patologie gravi, non possono farlo.

Sbagliato accettare l’idraulico in casa in presenza di un malato oncologico, solo in base al Green pass, umiliando di fatto l’altro idraulico senza Green pass cacciandolo via. Anche perché se è vero che molti considerano il vaccino la panacea, come quelli militari per esempio, o quello ai bambini appena nati, è altrettanto vero che se ci si reca in Africa, il vaccino contro la malaria va fatto, ma non si pretende mica che tutta la popolazione africana sia vaccinata.

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